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47 VANI

«Il paesaggio è il grande malato d’Italia. Basta affacciarsi alla finestra: vedremo villette a schiera dove ieri c’erano dune, spiagge e pinete, vedremo mansarde malamente appollaiate su tetti un giorno armoniosi (...) boschi, prati e campagne arretrare ogni giorno davanti all’invasione di mesti condomini (...) case incongrue e ‘palazzi’ senz’anima (...) colate di cemento. Villaggi che per secoli avevano saputo crescere conservando l’impronta di una cultura dell’abitare tanto più nobile quanto più povera sono sempre più spesso assediati da nuovi, anonimi quartieri, che cancellano dall’orizzonte campanili, torri, mura, alberi secolari. Sempre più spesso sono consegnate a speculatori senza scrupoli le città che furono per secoli il modello d’Europa per l’armonioso innestarsi di ogni nuovo edificio sul robusto, mirabile tessuto antico, per una cultura urbana diffusa che vietava non alla mano, ma al cuore e all’anima di deturparne la bellezza.

Monti, campagne, marine sono sempre meno il tesoro e il respiro di tutti i cittadini (...)» Tale l’inizio del libro di Salvatore Settis, Paesaggio, Costituzione, Cemento. La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile (Einaudi, 2010, 326 pp.), documentato con dati numerosi e impressionanti. Fra questi, la grottesca cementificazione di oltre 3,5 milioni di ettari compiuta tra il 1990 e il 2005: un’area vasta quanto il Lazio e l’Abruzzo, a fronte d’un indice demografico che vede un nuovo nato ogni 47 vani costruiti. La localizzazione, oramai, di un quarto della popolazione e delle attività del Paese nella miseria dello sprawl, espansione disorganica che ha distrutto la forma urbana e avvelenato il paesaggio quotidiano di milioni di persone.

video completo: https://www.youtube.com/watch?v=K7DABv16Fn8

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